Unravel è arrivato nei negozi, sarà riuscito a rispettare le aspettative di tutti? Scopritelo nella nostra recensione.
Data di uscita | 9 febbraio 2016 |
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Genere | Platform, Rompicapo |
Modalità di gioco | Singleplayer |
Piattaforme | PC, Xbox One, PlayStation 4 |
Sviluppato da | ColdWood Interactive |
Distribuito da | Electronic Arts |
Versione testata | PC |

A tutti è capitato di soffermarsi a pensare al passato per richiamare i ricordi di un momento migliore o peggiore della nostra vita, quei ricordi dai quali non ci si può proprio separare. L’avventura che abbiamo intrapreso giocando Unravel, il rompicapo platform sviluppato da ColdWood Interactive, ci ha fatto proprio questo effetto, per poi infine essere riportati a strattoni con i piedi per terra. Non nascondiamo che ci aspettavamo di più dal titolo che, nel corso dell’E3 2015, si impresse nel cuore di tutti: è difficile scordarsi le emozioni provate quando salì sul palco il creative director Martin Sahlin e la sua creazione, Unravel. Tutti gli astanti rimasero colpiti dalle emozioni trasmesse dalle immagini sullo schermo e la voce dell’emotivo director del progetto. Purtroppo quelle emozioni non sono riuscite a riaffiorare, forse a causa dei problemi tecnici o, probabilmente, perché nel complesso il titolo non risulta poi così coinvolgente.
Le foto di una vita passata
Yarny, un pupazzo nato da un gomitolo di lana rossa, è il protagonista di Unravel, ma come mai hanno scelto proprio questo titolo e questo tipo di personaggio? Tutto in questo gioco richiama il significato che vogliono trasmettere gli sviluppatori: Yarn in inglese significa filato e Unravel, invece, significa sbrogliare, riuscite a notare il richiamo all’antica arte della filatura e alla struttura dei ricordi? Questi ultimi con l’età tendono sempre di più a mescolarsi tra loro e a divenire poco chiari. Il nostro piccolo pupazzo dovrà affrontare ardue sfide lungo il suo cammino per ripristinare i ricordi di vita e della famiglia di una anziana donna. Probabilmente è da qui che iniziano a comparire le falle nella narrazione; per quale motivo nasce Yarny e perché dovrebbe ripristinare i ricordi di una sconosciuta? Certo, tramite le foto, le ambientazioni e i ricordi dei suoi momenti più felici e tristi, riusciremo in qualche modo a creare una sorta di legame con lei e le sue vicende passate, ma nulla che possa colmare le mancanze di una narrazione più dettagliata e consolidata, come nel caso di Ori and the Blind Forest.
Una meccanica che ci viene in aiuto è quella dell’album delle foto. Si tratta del tipico album di famiglia, in cui sono presenti una serie di immagini suddivise per sezioni. Per sbloccarne una parte dovremo portare termine man mano tutti i livelli del gioco, alla fine dei quali potremo ammirare le foto e i brevi scritti che riassumono in breve quella parte della vita della donna e dei suoi familiari.
Ma non sono solo le lacune della componente narrativa ad impedire ad Unravel di raggiungere, almeno in parte, il suo scopo. Sembra che a metà della storia gli sviluppatori abbiano quasi smarrito la strada, tanto che a tratti abbiamo l’impressione di giocare ad un videogioco a sfondo ambientalista, non dissimile da Toren. Questo perché si passa improvvisamente da tematiche familiari a quelle ambientali, con panorami inquinati da sostanze tossiche e rifiuti in ogni dove.
Ciò che si può criticare veramente poco, sono le meccaniche di gioco. I ragazzi svedesi si sono chiaramente ispirati a Limbo, inserendo ovviamente delle nuove ed interessanti idee.
Gli sviluppatori sono riusciti a sfruttare a pieno la natura filamentosa di Yarny e creare così tutta una serie di meccaniche che non scartano nemmeno un centimetro del suo prezioso filo rosso. Le uniche pecche di questo sistema sono l’eccessiva velocità con il quale il gioco ci dà la capacità utilizzarle tutte e che le interazioni con l’ambiente non sono libere, cioè dovremo sempre tenere gli occhi aperti per avvistare uno degli spot predisposti, indicati sempre da uno sbrilluccicare ed un piccolo nodo fatto col fil di lana. Grazie al filo che il nostro piccolo pupazzo si lascia alle spalle – anche questo è un richiamo ai ricordi, sta a significare che qualsiasi cosa si faccia, rimane sempre qualcosa di quell’azione o momento -, si può tornare indietro, magari per rifare una procedura che non è venuta esattamente come volevamo. Yarny è in grado di utilizzare la sua lana per molteplici cose: può lanciare lazzi, a mo’ di Indiana Jones con la sua corda, oppure realizzare dei nodi per agganciarsi o creare ponti per trasportare gli oggetti su diversi piani o per lanciarsi più in alto sfruttando la tensione del filo.
Il titolo non richiederà molto per essere portato a termine, noi, con i problemi che abbiamo avuto e che vi spiegheremo in seguito, lo abbiamo completato in circa 10 ore.
Ricordi a diapositive
Unravel mette in piena mostra un comparto artistico di tutto rispetto, con ambientazioni mozzafiato ed avvolgenti che difficilmente non arriveranno dritte al cuore di ogni videogiocatore.Anche il piccolo Yarny è un protagonista molto particolare, animato da una magia che lo spinge a ricostruire i vecchi ricordi di una anziana donna. Purtroppo però ci tocca mettere sotto la lente d’ingrandimento anche i problemi che Unravel porta con se. Fin dall’inizio della nostra avventura ci siamo dovuti scontrare con seri problemi al frame rate, di cui possiamo immaginarci la causa. Volendo azzardare, nemmeno poi tanto visti i precedenti, tali problematiche sono causate dall’ultima incarnazione del DRM di cui si sente tanto parlare in questi ultimi tempi, Denuvo. Ammettiamo però che ci è stato davvero difficile credere che un DRM potesse essere veramente capace di generare cali di frame rate localizzati in punti ben precisi del gioco. Non stiamo parlando di piccoli cali di frame rate, ma di picchi che portavano il gioco a 1/2 frame al secondo. A dir la verità ci sembrava di guardare una presentazione su Powerpoint (peccato che non fosse presente il pulsante “avanti”). In generale i cali di frame erano presenti in tutti i livelli, ma le situazioni più gravi si presentavano girando per la casa della donna per selezionare una delle foto nella quale tuffarci per intraprendere le nostre avventure all’insegna dei ricordi andati. A difesa degli sviluppatori possiamo dire che generalmente il gioco non soffriva di questi problemi, se non, appunto, nei casi sopracitati.
Se da una parte il DRM crea molti problemi, di certo non possiamo dire lo stesso delle soundtrack che ci hanno tenuto compagnia nelle nostre disavventure con Yarny. Il comparto audio non è certamente memorabile, ma si possono trovare delle piccole chicche che hanno aiutato non poco gli sviluppatori a trasmettere le emozioni nei momenti chiave della storia.
Configurazione di prova
Processore | Intel Core i7 4770 3.9Ghz |
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Scheda Video | AMD R9 380 4GB |
Memoria | 8GB DDR3 |
OS | Windows 10 64bit |
Requisiti Minimi
Processore | Dual Core 2.0Ghz o superiore |
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Scheda Video | GeForce 450GT o Radeon HD 5750 o superiore |
Memoria | 4 GB |
OS | Windows 7 o superiore |